Piano casa, ecco tutte le misure del ‘pacchetto’ da 1,3 miliardi   ( da Rassegna stampa Fimaa )

Roma, 6 mar. Bonus per le ristrutturazioni, mutui agevolati, taglio al 10% della cedolare secca sugli affitti e nuova spinta all’edilizia sociale. Sono questi i principali provvedimenti che faranno parte di un pacchetto ad hoc, del valore di circa un miliardo e mezzo, per affrontare l’emergenza abitativa.Pronto ormai da qualche settimana, il piano casa messo a punto negli ultimi mesi di governo Letta dal ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi, rientra ora nelle priorità di Matteo Renzi che si propone di presentarlo ufficialmente mercoledì prossimo insieme all’atteso job act e a nuove misure per la scuola. Rispetto ai tempi contingentati previsti inizialmente (l’obiettivo era quello di approvarlo già domani), il piano ha subito un leggero slittamento, dovuto a qualche ritocco ancora da apportare. Nello specifico, le agevolazioni fiscali valgono in tutto 441 milioni mentre altri 341 milioni andranno ad accrescere le risorse del fondo affitto e del fondo “morosità incolpevoli” (ovvero la situazione di chi non riesce a pagare l’affitto perché ha perso il lavoro), e altri 568 milioni saranno destinati a un piano straordinario di recupero di alloggi Iacp. Ma vediamo, nel dettaglio, quali sono le varie misure previste dal Piano casa. Mutui agevolati, ‘plafond casa’ di 2 miliardi di Cdp.

Il Governo Renzi ha intenzione di rifinanziare il fondo destinato ai mutui, ma anche di crearne uno nuovo chiamato “plafond casa”. Quest’ultimo, sarà composto da 2 miliardi presi dalla Cassa depositi e prestiti ed è destinato alle giovani coppie, alle famiglie con disabili e a quelle numerose che hanno intenzione di comprare o ristrutturare un immobile. Il fondo servirà infatti da garanzia per le banche nel momento in cui verrà richiesto il mutuo. Il finanziamento sarà disponibile a tutti coloro che si recheranno nelle banche che hanno aderito al progetto (finora 20 a livello nazionale).

Fondo affitti e abbassamento cedolare secca al 10 per cento Il Fondo affitti sarà dotato di 200 milioni di euro per due anni. Replicando in Italia il modello francese, peraltro già sperimentato in alcune città, i Comuni potranno creare agenzie che diano garanzie ai proprietari di case che affittano a canone concordato sia sul pagamento dell’affitto,
sia su eventuali danni, così come sul rientro in possesso dell’alloggio a fine locazione (restano in vigore le procedure di sfratto per morosità).Il piano prevede anche l’abbassamento della cedolare secca per chi mette sul mercato a canone concordato gli alloggi sfitti.La cedolare era già scesa dal 19 al 15 per cento e scenderà ora al 10 per cento nell’arco di 4anni. La misura riguarderebbe anche gli affitti degli enti no profit e quelli delle cooperative per gli alloggi subaffittati a studenti universitari
Sono stati stralciati dal decreto, invece, gli sconti Iva (oltre che premi di cubatura) per i costruttori che si impegnano ad affittare a canoni sociali una quota degli appartamenti realizzati. Edilizia sociale e ristrutturazioni Tra le misure, Lupi ha pensato anche a specifici interventi per il rilancio dell’edilizia popolare. Parte del piano sarà, infatti, dedicata al recupero degli alloggi sociali, con agevolazioni alla ristrutturazione e manutenzione straordinaria degli edifici, sottoposto a rigide verifiche e scadenze temporali, sul modello del ‘decreto del Fare’. Verrà inoltre prevista la facoltà di acquisto degli alloggi sociali da parte degli inquilini, grazie a procedure definite dal Governo previa intesa della Conferenza unificata, con il sostegno di un triplice intervento: la durata del mutuo sino a 30 anni (Convenzione CDP/ABI), un Fondo per la concessione di contributi in conto interesse che permette mutui a tasso agevolato, la garanzia statale sul mutuo (prevista dalla legge di stabilità). Saranno infine previste detrazioni per gli inquilini di alloggi sociali, pari a 900 euro per i redditi sotto i 15.500 euro che si dimezzano a 450 euro per quelli invece sotto i 31.000 euro l’anno. ‘Rent to buy’, riscatto alloggi popolari dopo 7 anni di affitto Ultimo punto già definito infine il cosiddetto “rent to buy”, ovvero la facoltà, dopo 7 anni di corresponsione di canoni di affitto, di acquistare un alloggio sociale, scalando parte dell’affitto pagato dal costo dell’alloggio. I relativi proventi verranno destinati alla realizzazione di appartamenti sociali o per la ristrutturazione di quelli esistenti.

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