E’ boom di b&b e case vacanze, tutti sono in cerca di una rendita. Funziona come il Monopoli. Alla moda non sfugge nessuno: professionisti, impiegati, artigiani ma anche ristoratori e, per fortuna lavoratori usciti dal ciclo produttivo. Se non hai un bed and breakfast o una casa vacanze hai toppato
In Ortigia c’è la corsa per un posto al sole, quello dove incassi, paghi poche tasse e lavori il minimo indispensabile rispetto ai guadagni. Se ne parla nei bar e per le strade: tutti hanno un amico, un parente, un conoscente che si è trasformato in un rampante `imprenditore’ del turismo. Perché, si dice, ora bisogna sfruttare il momento, farsi furbi. Non serve alcuna formazione professionale, basta avere una casa, uno scantinato, una mansarda o una cantina, e il gioco è fatto. Una piccola ristrutturazione, i più audaci (ce ne sono) le fanno fare a porte chiuse e nel dopolavoro da qualche amico pagato in nero, si sbarca sul web con nomi improbabili e si sta sul mercato. E se alla fine l’attività non funziona, non c’è problema, ti resta la casa e puoi farne quello che vuoi.
L’argomento è “top trend” nei bar e in qualsiasi salotto popolare. Il numero di bed and breakfast e di case vacanze ha avuto negli ultimi armi un incremento esponenziale. Il fenomeno, che per la verità ha aspetti globali che non possono essere confinati tra le mura di una città, ha aspetti positivi legati al fermento di attività micro-imprenditoriali che lavorano grazie al sistema (quello sano) delle ristrutturazioni e in molti casi ha anche permesso, a chi il lavoro l’aveva perso, di avere l’opportunità di iniziare una nuova vita. Un discorso, questo, che vale anche per le attività di ristorazione di cui Ortigia si sta riempiendo.
Ci sono però gli aspetti negativi che sono legati allo spontaneismo senza regole che nei fatti rischia di abbassare la qualità dell’offerta turistica, oggi molto apprezzata ma che in futuro potrebbe non essere in grado di mantenere l’attuale livello di gradimento. Questo perché molte attività extra-alberghiere si configurano come attività di rendita, più che imprenditoriali, che a lungo andare sono destinate a generare profitti individuali senza avere un impatto sostanziale sulla crescita del territorio. Il turismo diventa un’opportunità di sfruttamento di un bene rifugio come la casa (investimento) ma niente di più. E’, in altre parole, l’occasione per arrotondare, e non di poco, il bilancio familiare senza che questo determini un incremento dell’occupazione e quindi la creazione di un benessere diffuso specie per le fasce più deboli della comunità.
Manca l’altra faccia della medaglia, quella del turismo come industria che crea occupazione.
ORTIGIA stenta a dotarsi di strutture ricettive di media grandezza che potrebbero consentire alla città di sfruttare meglio le potenzialità del turismo congressuale o di eventi , privato e pubblico in sinergia potrebbero utilizzare al meglio contenitori come l’ex cinema Verga o l’ex carcere Borbonico. La Città stenta a dotarsi di un porto turistico importante e adeguato alla fortunata posizione geografica che abbiamo ereditato. Manca un grande calendario di eventi che possa fare si che il turismo non sia solo mordi e fuggi. Manca un grande progetto di pedonalizzazione con servizi parcheggio e navette che consenta il grande salto di qualità.
L’attenzione verso il territorio da parte di investitori del settore pare essere cresciuta ma non ci sono stati quei passi necessari per favorire la nascita di nuovi progetti ambiziosi, cosa che oggi sta favorendo solo il sistema delle case vacanze e poco altro. GC