Siracusa Ortigia

Siracusa Ortigia

Siracusa con il suo centro storico Ortigia, sorge sul mar Jonio nella costa sud orientale della Sicilia, l’ isola di Ortigia ( isola delle quaglie) è separata dalla terra ferma da un canale d’acqua chiamato “Darsena” che collega il Porto Grande al Porto Marmoreo. Un tempo i canali d’acqua erano tre, due dei quali nel 1880 furono prosciugati e coperti con il materiale ricavato delle demolizioni dei Bastioni e degli ex fortilizi che difendevano l’isola.

Nel 734 ac  i Greci si insediarono a Siracusa perchè Il Porto Grande era il miglior porto del Mediterraneo e in più aveva una preziosa vasca di oscillazione con il vicino Porto Piccolo, capace di ridurre le forti risacche  e di permettere attraverso le correnti marine il ricambio delle acque del porto. L’ isola di Ortigia e l’Epipoli erano la più difendibile fortezza naturale perimetrata dalle falesie marine, l’Epipoli era molto estesa e poteva, una volta fortificata ( Mura Dionigiane)  ha potuto ospitare i pascoli per il bestiame per la popolazione in caso di assedio. Non c’era condizione migliore per un insediamento in caso di pericoli, il tutto al centro di un Mediterraneo,  il grande mare, luogo centrale del mondo antico, al confine tra le aree d’influenza tra le due grandi civiltà in conflitto, tra l’impero persiano e il mondo greco con tutte le sue colonie insediate fino oltre le Colonne d’Ercole. Vi erano poi altri motivi: la stratigrafia geologica conduceva l’acqua potabile a domicilio in forma artesiana fino all’ isola di Ortigia, ( Fonte Aretusa ) un vero dono dagli Dei. Queste fondamentali componenti hanno dato a Siracusa il ruolo straordinario che ha avuto nell’antichità

Le origini greche, l’impareggiabile patrimonio monumentale e archeologico e le bellezze naturali e paesaggistiche dovute alla presenza delle riserve dei fiumi Ciane eCassibile, fanno di Siracusa insieme all’ isola di Ortigia una realtà urbana e territoriale affascinante e suggestiva.

Tutto il centro storico di Siracusa, coincidente con l’isola di Ortigia, è stato disciplinato dalle norme urbanistiche di tutela derivanti dal Piano Particolareggiato per Ortigia, redatto dal Giuseppe Pagnano nel 1985.

Oggi a Siracusa, su una superficie di  204,08 Kmq vivono 118.543 (2012) abitanti, contro i 122.503 del 2010.

Il territorio di Siracusa ha avuto nei secoli un interessante sviluppo morfologico ed una altrettanto interessante recessione. In epoca antica la città raggiunse una dimensione notevole articolandosi in cinque quartieri. Ortigia fu il primo nucleo urbano. E’ un’isola lunga circa 1600 metri e larga la metà; era abitata da indigeni quando vi si stanziarono i primi coloni greci e, nel corso del I secolo, si saturò di abitanti che si trasferirono sulla terraferma. Per i secoli successivi, l’isola fu interdetta alla popolazione civile e riservata ad edifici pubblici e di culto.

Sulla terraferma i quartieri che si andarono formando furono cronologicamente: Akradina (attualmente è scisso in tre quartieri: Akradina ad ovest, Grottasanta ad est e Santa Lucia a sud) dalla penisola tra i due porti si estendeva a nord-est verso il mare levante; formatosi a partire dal VII secolo a. C., si allargò fino a raggiungere la baia di Santa Panagia ed era circondato da mura più volte ampliate. Tyche fu prevalentemente un insediamento residenziale posto sull’altipiano a nord-ovest di Akradina; nato tra la fine del VI e gli inizi del V secolo a. C., ebbe una cerchia di mura proprie. L’attuale abitato venne formandosi nel Medioevo dopo che l’antica estesissima città andò perdendo il suo ruolo nel Mediterraneo.

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Si ridusse quasi solamente all’isola di Ortigia durante la conquista araba del VII secolo. Nel 1085 passò ai Normanni e solamente dal XIII sec., con Federico II, divenne una roccaforte imprendibile: risale a quell’epoca la costruzione del castello Maniace-Carlo V la munì ulteriormente di poderose opere difensive: una cinta di mura a strapiombo la difese sul mare, mentre il raccordo alla terraferma avveniva con un complesso sistema di fortezze e canali.

Nei secoli successivi, malgoverno, pestilenze e terremoti la immiserirono fino a farle perdere il ruolo di capoluogo di provincia, che passò a Noto. 1865 – La città ritorna ad essere capoluogo di provincia. Siracusa, dopo alterne vicende politiche, con l’unificazione dell’Italia, ritornò ad essere capoluogo di provincia e riacquista quel ruolo culturale ed economico che per breve tempo, le era stato tolto.

Le ragioni della sua storia classica, la gloria dei suoi martiri cristiani, lo splendore dei suoi monumenti, la presenza del porto naturale, ecc. contribuirono a ridarle quella dignità che numerosi intellettuali avevano a lungo acclamato. Gli uffici provinciali, trasferiti da Noto, ritornarono nella città aretusea e i funzionari piemontesi, in gran numero, cercarono alloggi decorosi all’interno delle mura. La città era ancora raccolta dentro il perimetro della piccola isola di Ortigia.Nella terraferma sorgevano i complessi architettonici dei conventi di Santa Lucia, di San Giovanni alle Catacombe, di Santa Maria del Gesù e dei Cappuccini. Lungo le trazzere che, dalle porte delle fortificazioni conducevano verso l’altipiano dell’Epipoli, verso la Tonnara di Santa Panagia e verso le vie di collegamento con i centri della Piana di Catania, sorgevano alcune ville di fine Settecento e degli inizi dell’Ottocento, residenze estive della nobiltà e dell’alta borghesia. Anche al Plemmirio, spesso sulle fondamenta di edifici molto più antichi, non mancavano ville e fattorie fortificate di notevole pregio architettonico.

La balza rocciosa di Acradina, sui cui fronti di tufo più tenero nell’età paleocristiana erano state scavate tre ramificazioni catacombali, non costituiva alcun impedimento alle mulattiere. Solo qualche piccolo tornante caratterizzava i percorsi; per il resto, superata la balza, le strade si facevano dritte. Quei percorsi, di sicura origine classica, sono le arterie cittadine di oggi: il Viale Teocrito (cerniera tra la parte alta e quella bassa della città), il Viale Santa Panagia, il Viale Scala Greca, la Riviera Dionisio il Grande e persino le attuali Via Avola, traversa la Pizzuta e Via Augusta. Il destino post-unitario di Siracusa non poteva essere quello di rimanere nei limiti delle mura spagnole. Nuove esigenze dei cittadini, nuovi programmi politici, nuove aspirazioni della comunità tutta, reclamavano l’espansione del perimetro urbano. Purtroppo, nonostante fosse nota tutta la topografia della città classica, a nessuno venne in mente di lasciare intatto il centro storico in isola e di progettare una città satellite lontana dai monumenti antichi, verso Cassibile o verso Floridia, dove non mancavano i territori salubri, idonei all’edificazione.

Siracusa Ortigia – 1870-1880 Primi interventi post-unitari Studi e ricerche di carattere igienico sanitario, compiuti in questi anni, sono concordi nell’affermare l’insalubrità di Ortigia, nell’individuare nei suoi pozzi, nei suoi vicoli, nelle case umide e malsane addossate alle mura, l’origine delle epidemie e delle malattie infettive. Le demolizioni lungo le mura spagnole e negli spazi urbani più degradati appiono come l’unico e sicuro antidoto al colera, alla tisi, alla tubercolosi. In quegli anni, sorsero il Teatro Comunale, la Prefettura, l’Ospedale Civile e il Museo Archeologico, insediandosi sul perimetro di vecchi conventi e di chiese prossime al crollo per la carenza manutentiva. Così caddero sotto i colpi del piccone la Chiesa e il Convento dell’Annunziata, il Monastero di Santa Maria delle Monache, la Chiesa di San Rocco, ecc.. Anche fuori le mura si diede corso al rinnovamento dell’immagine urbana: l’edificazione della Dogana è di questi anni 1871 S’ inaugura la Ferrovia. Un tracciato in gran parte in trincea, scavato nel vivo masso di Acradina, collegò Siracusa a Catania e quindi al resto della nazione. La cintura ferroviaria, con la sua grande ansa parallela alla linea della costa, fu un errore senza pari e ha creato, per oltre un secolo, una frattura urbanistica che resta insanabile. La posizione della Stazione Ferroviaria indicò la direzione di quel rettifilo che, con l’abbattimento della Piazza D’Armi, qualche decennio dopo, sembrò apparire come la vera nota di modernità europea attuata a Siracusa.

1874 Si approva il Regolamento di Ornato Pubblico. L’Amministrazione Comunale si dota di un Regolamento di Ornato Pubblico che con la funzione di stabilire i criteri del Piano Generale di ingrandimento e sistemazione dell’abitato, di vigilare sull’allargamento o modificazione delle piazze, vie, viali e passeggiate, e altresì stabilire i criteri relativi alle concessioni per fabbricare. Il Regolamento stabiliva altezze e caratteristiche compositive dei fabbricati, sindacava sulle scialbature e sui colori degli intonaci. Dettava condizioni persino per gli infissi, per i ferri battuti delle ringhiere e per i lastricati. Lo spirito principale del Regolamento fu quello di favorire le demolizioni e l’art. 35 lo conferma chiaramente: tuttavolta che dal Consiglio Comunale sarà decretata l’ampliazione o rettificazione di pubbliche piazze, vie o passeggiate o la formazione di altre nuove ai termini d’un piano rivestito delle volute approvazioni, i proprietari saranno tenuti a cedere l’area dei fabbricati cadenti in demolizione e gli immobili che vi si trovano, mediante indennità a tenore della legge di espropriazione.

Siracusa Ortigia-1865-1885 Abbattimento delle fortificazioni e interramento dei fossati. L’inaugurazione degli abbattimenti, finalizzati al rinnovamento dell’immagine urbana destinata così a perdere i suoi connotati medievali e rinascimentali, avviene nel 1865 ad opera del Sindaco del tempo Gaetano Adorno il quale fece demolire il Bastione del Collegio per la creazione del Passeggio sulla Marina. Si proseguì, intorno al 1870, demolendo il Forte San Giacomo in fondo a Via delle Maestranze. Nell’Agosto del 1877 fu presentato un rapporto al governo piemontese che chiedeva lo svincolo della città dalle servitù militari. Non passò molto tempo perché la richiesta venisse accolta; infatti nel 1885 si iniziò senza alcuna remora, l’opera di distruzione della Piazza D’Armi, delle porte monumentali, dei bastioni e di ogni altra opera militare. Con i materiali di risulta si colmarono i fossati, si riempirono le paludi Pantanelli. Si salvò solo il Fossato della Mezzaluna, l’attuale Darsena. Per il resto nemmeno l’antica Porta di Ligne fu risparmiata; infatti, restò in piedi fino ai primi anni di questo secolo. 1883 Viene pubblicata la Topografia Archeologica di Siracusa. Saverio Cavallari pubblica la Topografia Archeologica di Siracusa e con l’ausilio dell’Ing. Cristoforo Cavallari segna sulle mappe riferite alla terraferma nel comprensorio aretuseo ogni minima traccia della classicità: templi, sepolcreti, acquedotti, fortificazioni, strade, ecc.. Se i futuri progettisti dell’espansione urbana di Siracusa avessero guardato e rispettato le indicazioni rigorose contenute in quel rilievo, oggi i resti della classicità non si troverebbero mortificati dall’asfalto o distrutti dalla gigantesca griglia in ferro-cemento della città selvaggia, caotica, irrazionale che dall’Acradina all’Epipoli, da Tiche alla Neapolis calpesta e cancella il nostro passato. La topografia del Cavallari traccia quelle strade di campagna che oggi sono diventate arterie cittadine e segna anche antiche ville e umili casolari oggi in gran parte distrutti e in pochi casi incastrati nella morsa del cemento. Si vedano in tal senso il Palazzo dei Gargallo verso Santa Panagia, la Villa dei Danieli lungo l’attuale Scala Greca.

1885 Piano Regolatore per l’ampliamento di Siracusa nella zona dei fortilizi. Approvato il 4 Dicembre del 1885, il Piano Regolatore per l’ampliamento di Siracusa nella zona dei fortilizi viene elaborato dall’Ing. Gioacchino Majelli, dall’Ing. Luigi Scrofani, dall’Ing. Gaetano Cristina e dall’Ing. Luciano Storaci. Il piano programma la nascita del rettifilo, l’eliminazione dei fossati, la nascita di un impianto urbanistico a scacchiera sul perimetro dell’antica Piazza D’Armi. Il progetto prevedeva altresì la nascita del quartiere a isolati quadrangolari tra la Piazza Mazzini e la Riva Nazario Sauro. Per Ortigia era previsto, ma non attuato, lo sventramento della Graziella e della Spirduta con la realizzazione di due assi trasversali: uno concepito come prolungamento del rettifilo, l’altro finalizzato alla creazione di un collegamento diretto tra la Via delle Maestranze e la Via Vittorio Veneto. Nella contrada Pozzo Ingegnere il piano prevedeva la nascita di una piazza circolare utile a convogliare le arterie provenienti da diverse direzioni: dalla Stazione Ferroviaria e da Floridia, da Noto, da Catania. Ancora oggi la piazza, dedicata a Marconi, è nel suo antico disegno e assolve alle stesse funzioni per cui fu progettata. Nella relazione di accompagnamento si pregava il Consiglio Comunale di non crearsi ulteriori problemi, poiché, quando fosse urbanizzato tutto lo spazio che si sarebbe ricavato dalla demolizione delle fortificazioni, si sarebbero potuti benissimo occupare la Piazza D’Armi e anche gli orti. Tra i consiglieri del tempo, in molti sostenevano che nel redigere un piano regolatore, si dovessero considerare i bisogni di un prossimo futuro. 1888 Viene attivata la corrente elettrica. Siracusa come altre città d’Europa, conosce l’energia elettrica. Scompaiono quindi gli antichi sistemi di illuminazione pubblica e, finalmente, in Ortigia e nelle poche strade immediatamente fuori le mura arriva il segno della modernità: la luce elettrica. La centrale, con tutti i suoi ingombranti macchinari, nasce nell’attuale zona umbertina. Si tratta di uno stabilimento che oggi ha tutta la dignità per essere considerato monumento dell’archeologia industriale.

Ortigia 1889 Viene costruito il mercato coperto. Il progetto del mercato e la direzione dei lavori vengono affidati all’Ing. Capo del Comune Edoardo Troja. I lavori proseguono fino al 1900. La costruzione, accanto all’Apollonion, sorge secondo i criteri di una moderna tipologia con il corretto soleggiamento e la necessaria ventilazione. 1891 Luigi Mauceri pubblica la sua proposta di risanamento della città di Siracusa. Lo studio del Mauceri serve ad analizzare le condizioni igieniche della città, le risorse di acqua potabile del territorio e la situazione delle fogne e degli scarichi. Con grande rigore formula le sue proposte di risanamento edilizio per i quartieri medievali di Ortigia e delinea le nuove linee di sviluppo della città extra-moenia: sul piano Montedoro e nella Borgata Santa Lucia. Non manca di analizzare le condizioni geologiche e stratigrafiche della città e dei dintorni, al fine di suggerire agli amministratori come smaltire le acque domestiche e meteoriche. I suoi studi furono confrontati con ricerche di famosi scienziati stranieri, ciò al fine di adeguare le proposte dirette ad ammodernare la città di Siracusa ad altre realtà urbane d’Europa.

Siracusa Ortigia-1900 Demolizione della Porta di Ligne. Il nuovo secolo si inaugura con la demolizione dell’ultimo segno della città rinascimentale, dell’ultima barriera tra Ortigia e la terraferma. Giornali, riviste e libri del tempo si dividono in due partiti: quello degli oppositori e quello degli accaniti sostenitori della cancellazione di ogni segno che potesse ricordare il passato. I lavori proseguono per qualche tempo e in una relazione scritta un decennio dopo dal Dottor Sebastiano Alagona, Ufficiale Sanitario di Siracusa, vengono celebrati come gli unici provvedimenti utili a salvare la salute dei cittadini. 1902 Si discute della linea ferrata Siracusa-Vizzini. Inizia nel 1902, con la prima riunione di un comitato promotore, la triste avventura della linea ferrata Siracusa-Vizzini. Passano decenni perché venisse ealizzata e, poco dopo il suo utile servizio, fu soppressa. Con essa Siracusa, attraverso le gole dell’Anapo, raggiungeva il massiccio ibleo e si collegava ai centri dell’entroterra.


 

Oltre questi cenni storici, utilizzando la nostra guida turistica, intendiamo suggerire un piccolo itinerario da seguire sottolineando i più importanti monumenti e musei da vedere.


Ortigia piazza Archimede
Piazza Archimede Ortigia

Piazza Archimede a Siracusa è una piazza affascinante fiancheggiata da edifici che rappresentano tutta la storia siciliana, dal Medioevo al Barocco. Al centro si trova la bella fontana di Diana Arthemis, opera dello scultore Giulio Moschetti nel 1906 che rappresentano il mito di Aretusa fuga da Alfeo mentre lui cerca di inseguire il suo. Gli edifici che si affacciano sulla piazza traccia idealmente tutta la storia dell’isola fino ai giorni nostri. Andando in senso orario incontriamo la Banca del palazzo Sicilia, costruita nel 1928, caratterizzato da un portale caratterizzato da un portale incorniciato da colonne e da un secondo ordine con lesene ioniche. Sul lato est si trova il Palazzo (1773 – 1800), con la sua facciata leggermente convesso e irregolare. Nella giunzione tra via della Maestranza e via Roma si trova l’originale Palazzo Interlandi Pizzuti, costruita sull’area di Palazzo Landolina. Quindi è possibile ammirare Palazzo Gargallo, fondata nel corso del XVII e poi ristrutturato con ricche decorazioni durante gli anni 1895 – 1899. Contiguo a Palazzo Gargallo è Palazzo Lanza – Bucceri – originariamente Platamone, dei quali ha ancora stemmi sui capitelli delle colonne. L’edificio della Banca d’Italia (o “dell’orologio”) – un edificio del XV secolo, ricostruita negli anni ’50 – si chiude il quarto lato della piazza. Nella piazza si trova il nuovo Museo Arkimedeion, inaugurato nel dicembre 2011.( Oggi chiuso purtroppo) Si trattattava di un museo scientifico e tecnologico dedicato al grande matematico siracusano e fisico che visse tra il 287 e il 212 aC: Archimede era davvero un genio, sicuramente il più grande scienziato antichità classica. All’interno del museo, attraverso 24 exibits interattivi appositamente progettati per catturare l’attenzione del pubblico, sono illustrati sia le grandi invenzioni e le questioni scientifiche di Archimede. Ogni mostra è accompagnata da un supporto che permettono al visitatore di comprendere meglio le grandi scoperte matematiche (misure di superfici e volumi, quadratura del cerchio, calcolando il centro di gravità del corpo) e scoperte fisiche (il principio della leva, i corpi galleggianti) portato dal genio di Siracusa. Le spiegazioni sono spesso affidati simulazioni stimolanti, e sono accompagnati da note storiche, informazioni sull’opera di Archimede, aneddoti, bibliografia, al fine di guidare il visitatore nel periodo storico nel quale Archimede visse e nel cuore delle sue grandi scoperte. I vari argomenti trattati sono raggruppati in tre linee principali: macchine per la guerra e la pace, la matematica e la geometria, fisica, statica e idrostatica, oltre a un planetario.


 

ortigia castello maniace
Ortigia castello Maniace

Castello Maniace Il nome del castello viene da Giorgio Maniace, un generale bizantino che riconquistò la città nel 1038 dC, per un breve periodo di sconfiggere gli arabi e che ha portato in dono due arieti di bronzo ellenistiche, che sono stati poi collocati all’ingresso del forte che aveva costruito. Si tratta di un castello svevo che sorge sulla punta dell’isola di Ortigia, a difesa del porto naturale conosciuto come “Porto Grande” di Siracusa, progettato da Riccardo Lentini tra il 1232 e il 1240 per conto di Federico II. Nel 1288 il re Pietro III d’Aragona ha vissuto con la sua famiglia. Il Castello era parte di una serie di castelli e torri sparse lungo le coste della Sicilia e si presenta come una struttura imponente di 51 metri per lato, con le sue quattro torri rotonde agli angoli, dove i personaggi si combinano con i modelli del Giura, bizantina e cultura araba. Sul lato ovest si trova il portale d’ingresso con un bellissimo arco ogivale, sormontato dallo stemma imperiale di Carlo V (XVI dC) che rappresenta un’aquila a due teste. Su ogni lato del portale, che poggia su mensole, sono stati i due arieti di bronzo, una delle quali è conservata nel museo archeologico di Palermo, mentre l’altro è stato perso o distrutto nel 1848. Nei pressi della torre ovest si trova la cosiddetta Bagno della Regina: un luogo su cui molto è stato immaginato. E ‘stato detto che era spaziosa e ornato con marmi, con sedili e carri armati, ma secondo l’interpretazione più accreditata era solo una fonte di approvvigionamento idrico per il castello, che utilizza una delle fonti di acqua dolce di Ortigia. Oggi, dopo un lungo restauro, il castello è stato aperto all’uso pubblico. Negli ultimi anni, anche, la bellissima Arena Maniace (la grande piazza antistante l’ingresso del castello) è diventato un luogo per spettacoli ed altri eventi culturali.


Ortigia tempio di apolloIl tempio dorico di Apollo a Siracusa, nell’isola di Ortygia, è il più antico tempio greco in Sicilia, il secondo più antico tempio greco al mondo. E ‘stato costruito dai coloni greci nel VII-VI secolo. A.C. e comprendeva sei e diciassette colonne su entrambi i lati, di cui solo due sono ancora in posizione verticale, così come una parte del epistilio e altre colonne sullo stesso lato e sul fronte orientale. La base occidentale è stato restaurato. Le colonne sono state quasi 8 piedi di altezza con il capitale e la finitura superiore del tempio è stata fatta di argilla La peculiarità di queste colonne è la loro vicinanza, come i criteri di costruzione di un periodo così antico suggerito per non allontanarli troppo, al fine di preservare la stabilità della costruzione. Su uno dei gradini del lato est è incisa un’iscrizione contenente una dedica ad Apollo sotto il nome dell’architetto, un caso molto insolito per un tempio greco. Nel Museo Paolo Orsi di Siracusa è possibile vedere un modello completo del tempio e un video ricostruzione delle parti interne dell’edificio. Nel corso dei secoli si è trasformata in una chiesa bizantina, poi una moschea sotto gli Arabi (iscrizioni arabe sono ancora visibili nella cella), poi chiesa normanna e caserma spagnola.


duomo7-1024x1024Piazza Duomo a Siracusa è fortemente suggestiva, ed è considerata tra le più belle piazze d’Italia. Ha una forma semi-ellittica ed è dominato dalle imponenti facciate di bei palazzi, della Cattedrale barocca (Duomo) e della Chiesa di Santa Lucia alla Badia. La cattedrale magnifica, recentemente restaurata, è integrato nella struttura antica del tempio di Atena del IV secolo dC, le cui colonne doriche sono tranquillo visibili all’interno della chiesa e lungo le pareti esterne. Il tempio dorico di Athena che ha costruito nel V secolo aC il tiranno Gelone, dopo la vittoria contro i Cartaginesi nella battaglia di Imera. Il cosiddetto “Athenaion” cosa hexastyle (sei colonne sulla fronte) periptero (colonne cella circondata su tutti e quattro i lati), con 14 colonne sui lati lunghi. Il frontone portava il grande scudo della dea in bronzo dorato. Attualmente alcune colonne e parti stilobate, fatta di pietra calcarea locale, sono visibili sul lato sinistro della cattedrale, mentre altre parti (piastrelle in marmo e grondaie a forma di testa di leone) havebeen spostati nel Museo Archeologico Regionale Paolo Orsi. All’interno del duomo così sono chiaramente visibili 9 colonne sul lato destro e due davanti alla cella. Secondo i risultati di alcuni scavi effettuati nel corso dei primi anni del Novecento, prima della costruzione del Tempio in quella zona c’è quello che un altro luogo sacro di culto risalente al VII secolo aC.


isola di ortigia fonte aretusaLa Fonte di Aretusa, cantata da molti poeti, tra cui Virgilio, Pindaro, Ovidio, Milton, André Gide, D’Annunzio, è una fonte di acqua fresca che scorre da una grotta a pochi metri dal mare, simbolo di Siracusa fin dai tempi antichi. Il mito di Aretusa, Ninfa di Siracusa, rivela la profonda connessione tra le colonie greche e la madrepatria Grecia. Aretusa, la fanciulla della dea della caccia Artemide, è stato visto da dio Alfeo (figlio di Oceano), che si innamorò e cercò di sedurla contro la sua volontà. Per sfuggire dal suo amante, Aretusa fuggì in Sicilia, dove Artemide la trasformò in una fonte vicina al porto di Siracusa, Ortigia (sacra ad Artemide). Zeus, mossi dall’amore di Alfeo, lo ha trasformato in un fiume si trova in Grecia, nei pressi di Olimpia, in modo che potesse fluire sotterraneo per raggiungere il tipo di carattere. Ancora oggi nei pressi del Lungomare Alfeo (Alpheus lungomare), vicino alla famosa fontana, una sorgente chiamata l’Occhio di Zillica flussi. Cicerone nelle Verrine descrive la Fonte Aretusa come “una fonte di incredibilmente grande, pieno di pesci e così trovano che le onde del mare sarebbero allagare se non fosse protetta da un muro di pietra massiccia.” Oggi dalla strada si può ammirare la carattere, a pochi passi dal mare, adornato con vegetazione papiro, popolato da anatre e pesci d’acqua dolce, con una vista spettacolare della costa del “Porto Grande”, luogo della battaglia navale contro gli Ateniesi avvenuta nel 453 aC Non ci sono barriere e si può ammirare il sito anche dal livello inferiore, dove si trova l’acquario.


isola di ortigia museo bellomoMuseo BellomoIl palazzo è un magnifico edificio svevo e situato nel centro di Ortigia, vicino al carattere di Aretusa. Ha mantenuto l’aspetto originale anche dopo diverse lavoro svolto nel corso degli ultimi sette secoli. Acquistato nel 1365 dalla famiglia Bellomo, poi è arrivato alla Corte di Federico II d’Aragona, e poi è stato venduto alle suore del Monastero di San Benedetto nel secondo decennio del Settecento. Nel 1948, la proprietà passò al consiglio regionale dei beni culturali e la conservazione dell’ambiente e divenne la sede della Galleria Regionale, e dopo una radicale ristrutturazione, è stato riaperto nel 2011. La Galleria descrive lo sviluppo della cultura figurativa a Siracusa, e più in generale nella Sicilia sud-orientale, con particolare riferimento alla pittura e alle arti decorative. Le collezioni di galleria d’arte medievale e moderna (dipinti, sculture e altri artcrafts, risalenti al periodo bizantino al XVIII secolo) provengono principalmente dal Museo Archeologico di Siracusa. Una parte di queste collezioni è venuto anche da chiese e monasteri della Sicilia sud-orientale a causa della soppressione degli ordini religiosi dopo l’unità d’Italia, ma altri era venuto al museo grazie ad acquisti e donazioni. Il più famoso dipinto illustrato nella galleria è l’Annunciazione (Annunciazione) di Antonello da Messina, dipinto nel 1474, che, dopo un restauro delicato, ha recuperato parte dell’antico splendore. Di proprietà della galleria è anche sepoltura del famoso Caravaggio di Santa Lucia (Seppellimento di Santa Lucia), ora visualizzato nella vicina Chiesa di Santa Lucia alla Badia in piazza Duomo.


Siracusa Ortigia, cuore antico del Mediterraneo

 

E’ possibile approfondire le informazioni navigando nella nostra  Guida Turistica , troverete altri articoli su monumenti, musei e zona Archeologica.

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